Coqui
25-09-2007, 20:23
24 settembre 2007
In Italia cala il mercato della musica, ma c'è ottimismo per il digitale (http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Economia%20e%20Lavoro/2007/09/in-italia-cala-il-valore-della-musica.shtml?uuid=55d47ffe-6ab4-11dc-9af7-00000e25108c&DocRulesView=Libero)
di Gabriele Lunati
Se non si investe nella musica come bene comune e patrimonio culturale da insegnare sin dai primi anni di età non si può sperare di raggiungere i numeri di certi paesi europei e non. Tra i principali mercati internazionali l'Italia è all'ottavo posto per quello discografico, cioè con valore aggregato di circa 1/20 rispetto agli Usa (primi in classifica), e al nono per quanto riguarda il mercato digitale, dove in quarta posizione, dietro Usa, Giappone e Regno Unito, troviamo persino la Corea del Sud.
Questa è la riflessione obbligatoria e condivisa che sta a monte del Rapporto 2007 sull'Economia della musica in Italia del Centro Ask (Art, science & knowledge) dell'Università Bocconi, realizzato con la collaborazione di Dismamusica (Associazione distribuzione industria strumenti musicali e artigianato), Fem (Federazioni editori musicali), Scf (Società consortile fonografici) e presentato al pubblico di addetti ai lavori in occasione del Meet Milano.
Lo studio traccia una panoramica del mercato musicale italiano, analizzando le performance dei vari attori e i flussi economici da essi generati e prendendo in esame, oltre alla discografia tradizionale e al digital delivery, anche i settori degli spettacoli live e del ballo, degli strumenti musicali e della formazione musicale.
Il mercato della musica italiana è in leggera flessione, e sino a qui nulla di nuovo: nel 2006 si è assestato infatti sui 2,95 miliardi di euro, rispetto ai 3,1 del 2005 (-4,6%). Ma se questo sottolinea il calo generale, all'interno dei vari settori la situazione è piuttosto differenziata. Il comparto della discografia tradizionale continua a perdere terreno (-18,1% rispetto al 2005 per un totale di -27,8% negli ultimi tre anni), pur mantenendo un valore assoluto di 607 milioni di euro, mentre il digital delivery (la musica digitale distribuita sui nuovi media, web e mobile) cresce dell'1,5% arrivando a quota 108,95 milioni.
"La tendenza generale", ha precisato Andrea Ordanini, responsabile del laboratorio musica e discografia del Cleacc Bocconi e coordinatore del Rapporto 2007, "è di una progressiva riduzione degli spazi del prodotto fisico, che mantiene comunque una certa rilevanza, a vantaggio di quello digitale, settore in cui sono i contenuti a maggior valore aggiunto (le canzoni mp3, ad esempio) a trainare la crescita. Prodotti come le suonerie, invece, sono ormai un mercato in saturazione".
Se il mercato digitale cresce a livello aggregato apparentemente solo dell'1,5%, questo dato a sua volta nasconde interessanti differenze tra i vari sub-settori. Prendendo in esame esclusivamente i contenuti soggetti a diritto d'autore musicale (analisi che non era stata possibile effettuare negli anni passati), e quindi individuando in maniera più precisa quelli direttamente riconducibili alla musica, il Rapporto fa emergere un incoraggiante boom del 116% dell'online music, passata da 3,2 a 6,9 milioni di euro, a fronte di un leggero calo dei prodotti musicali mobile (da 104,1 a 102 milioni).
MacBook Pro 15" C2D (4 Gb ram, OS X.4.10, Logic Pro 7.2.3), Apple Cinema Display 23", M-Audio Firewire Solo, Monitor Tascam VL-X5, VSL Pro Edition e varia paccottiglia orchestrale, una fidanzata (Ines).
In Italia cala il mercato della musica, ma c'è ottimismo per il digitale (http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Economia%20e%20Lavoro/2007/09/in-italia-cala-il-valore-della-musica.shtml?uuid=55d47ffe-6ab4-11dc-9af7-00000e25108c&DocRulesView=Libero)
di Gabriele Lunati
Se non si investe nella musica come bene comune e patrimonio culturale da insegnare sin dai primi anni di età non si può sperare di raggiungere i numeri di certi paesi europei e non. Tra i principali mercati internazionali l'Italia è all'ottavo posto per quello discografico, cioè con valore aggregato di circa 1/20 rispetto agli Usa (primi in classifica), e al nono per quanto riguarda il mercato digitale, dove in quarta posizione, dietro Usa, Giappone e Regno Unito, troviamo persino la Corea del Sud.
Questa è la riflessione obbligatoria e condivisa che sta a monte del Rapporto 2007 sull'Economia della musica in Italia del Centro Ask (Art, science & knowledge) dell'Università Bocconi, realizzato con la collaborazione di Dismamusica (Associazione distribuzione industria strumenti musicali e artigianato), Fem (Federazioni editori musicali), Scf (Società consortile fonografici) e presentato al pubblico di addetti ai lavori in occasione del Meet Milano.
Lo studio traccia una panoramica del mercato musicale italiano, analizzando le performance dei vari attori e i flussi economici da essi generati e prendendo in esame, oltre alla discografia tradizionale e al digital delivery, anche i settori degli spettacoli live e del ballo, degli strumenti musicali e della formazione musicale.
Il mercato della musica italiana è in leggera flessione, e sino a qui nulla di nuovo: nel 2006 si è assestato infatti sui 2,95 miliardi di euro, rispetto ai 3,1 del 2005 (-4,6%). Ma se questo sottolinea il calo generale, all'interno dei vari settori la situazione è piuttosto differenziata. Il comparto della discografia tradizionale continua a perdere terreno (-18,1% rispetto al 2005 per un totale di -27,8% negli ultimi tre anni), pur mantenendo un valore assoluto di 607 milioni di euro, mentre il digital delivery (la musica digitale distribuita sui nuovi media, web e mobile) cresce dell'1,5% arrivando a quota 108,95 milioni.
"La tendenza generale", ha precisato Andrea Ordanini, responsabile del laboratorio musica e discografia del Cleacc Bocconi e coordinatore del Rapporto 2007, "è di una progressiva riduzione degli spazi del prodotto fisico, che mantiene comunque una certa rilevanza, a vantaggio di quello digitale, settore in cui sono i contenuti a maggior valore aggiunto (le canzoni mp3, ad esempio) a trainare la crescita. Prodotti come le suonerie, invece, sono ormai un mercato in saturazione".
Se il mercato digitale cresce a livello aggregato apparentemente solo dell'1,5%, questo dato a sua volta nasconde interessanti differenze tra i vari sub-settori. Prendendo in esame esclusivamente i contenuti soggetti a diritto d'autore musicale (analisi che non era stata possibile effettuare negli anni passati), e quindi individuando in maniera più precisa quelli direttamente riconducibili alla musica, il Rapporto fa emergere un incoraggiante boom del 116% dell'online music, passata da 3,2 a 6,9 milioni di euro, a fronte di un leggero calo dei prodotti musicali mobile (da 104,1 a 102 milioni).
MacBook Pro 15" C2D (4 Gb ram, OS X.4.10, Logic Pro 7.2.3), Apple Cinema Display 23", M-Audio Firewire Solo, Monitor Tascam VL-X5, VSL Pro Edition e varia paccottiglia orchestrale, una fidanzata (Ines).