Apple abbandona i processori Intel per i Mac e si avvia a produrre autonomamente computer, sistemi operativi e processori (sia CPU che GPU): è un fatto unico ed inedito - nessun altro produttore di computer è nella stessa posizione.

La transizione sarà progressiva e durerà un paio d'anni (tra l'altro, usciranno ulteriori Mac con processori Intel).

Per i timorati: il passaggio da Motorola a PowerPC ha fatto crescere il Mac di parecchio; il passaggio da PPC a Intel ha fatto crescere drasticamente di potenza i Mac portatili. In prospettiva, entrambi i cambi di processore hanno apportato notevoli vantaggi (sia all'utenza che ad Apple) e il terzo credo che in proporzione ne porterà ancora di più, visto cosa ha fatto Apple con i suoi processori nell'iPad e nell'iPhone.

Ieri, durante la WWDC20,
tra le prime applicazioni che sono state mostrate in funzione sulla nuova architettura, c'erano Word, Excel, Lightroom e Photoshop. È un'affermazione forte.

P
er le demo che ieri hanno esibito prestazioni notevoli con, tra gli altri, Photoshop in versione «nativa» e Maya (e Tomb Rider) tramite Rosetta 2, il processore utilizzato era un «modesto» A12Z, ovvero quello che c'è attualmente nell'iPad Pro, e il software era allo stadio di beta. È difficile immaginare le prestazioni che si otterranno con processori multi-core sviluppati e ottimizzati per i Mac prossimi venturi, su software aggiornato e ottimizzato, senza che giri un po' la testa...

Ovviamente tutto il software Apple, tra cui Logic e Final Cut, è già pronto in versione «nativa». Sorprendentemente, anche Adobe e Microsoft si sono già mossi. Vedremo se questa transizione sarà così indolore come sembra.