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Discussione: Pochi megabyte, ma......

  1. #21
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    Citazione Originariamente Inviato da webmaster Visualizza Messaggio
    Il discorso è variegato e complesso nella sua semplicità.
    E' vero sono d'accordo, comunque l'ardua sentenza spetta sempre al nostro udito, non certo
    alle credenziali possibili di un qualcosa.
    Una cosa che dico spesso da anni: non esiste IL SUONO alla quale tutti dobbiamo fare
    necessariamente riferimento, ma tanti suoni possibili.
    Non esiste il suono del pianoforte, ma ogni pianoforte ha il suo suono, questo vale
    per qualsiasi strumento, compresi i VI.

  2. #22
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    [..]

    E poi, non è detto che un suono con poche dinamiche sia brutto, significa solo che è stato campionato solo un livello di dinamica, ma magari il suono in sè è stupendo......io un suono così ce l'ho e quando non mi servono pianoforti realistici nella dinamica, uso quello.

    [..]
    ma si, siamo d'accordo. l'ho detto anche qualche post più su che anche i suoni meno sofisticati trovano il loro spazio. adesso per esempio sto curando una monografia sui due periodi elettrici di miles (dal vivo), e non ti dico i suoni che ho programmato per il tastierista... spero mi facciano il video. però se mi si parla di produrre un quartetto jazz è abbastanza facile contestualizzare il discorso.
    Hachintosh i9 7940 - ram 64GB - OS 10.13.6 - LPX 10.4.6 - MOTU Traveler mkIII[/size]

  3. #23
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    Citazione Originariamente Inviato da zerododo Visualizza Messaggio
    Quindi se non c'è spazio per contrabbassi meravigliosi figuriamoci per contrabbassi così così....
    Proprio questo è il guaio, che strumenti con librerie cospicue, in molti casi li si deve far suonare
    come strumenti più smilzi.

  4. #24
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    Lightbulb

    non ho seguito con attenzione tutti le risposte, ma provo a dire la mia:

    erano i tempi che si producevano i primi pianoforti digitali ('80) e seguendo da neofita il mercato, e studiando pianoforte in Conservatorio, mi facevano ridere le sonorità di quegli strumenti emulativi tentando di suonare i vari Bach, Beethoven, ... Non c'era espressività in quello che facevo, anche cercando di calibrare al massimo il tocco sulla tastiera.
    Poi lessi un articolo del M° Morricone a riguardo, che cambio la mia lettura del suono per il futuro, che diceva +/- così:
    << i "Pianoforti digitali" non bisogna considerarli l'emulazione di quelli acustici. Per quanto le ditte si sforzeranno di emularli, questi strumenti rappresentano una nuova era di sonorità a se stante. Se rispettati in queste loro caratteristiche, rappresentano una nuova generazione di strumenti che daranno nuove soddisfazioni a musicisti e compositori.>>
    Negli anni successivi, quando si è tentato con la sintesi di emulare gli altri strumenti, nella rincorsa del più fedele per diversi anni si è perso di vista il fatto che il sintetizzatore raprresentava uno strumento nuovo, non il tentativo di annientare il musicista esecutore.

    Oggi, con i VI, succede la stessa cosa con la massima evoluzione del campionamento e dei modelli fisici che, nelle mani di un bravo programmatore, consente di sopperire alla figura del musicista medio: il bravo Musicista (con la M) resta tale e non è emulabile e lo strumento che suona avrà quella personalità che anche il miglior compositore/programmatore del mondo se la sogna.

    Allo stesso modo, il VI a campionamento piuttosto che il VI a modelli fisici, ovvero quello a sintesi additiva/sottrattiva assume un valore sonoro differente a secondo di chi ci mette sopra le mani, se ben programmato.

    A voi le conclusioni!
    AC
    Mac Studio M1 MAX (32/512) macOS Ventura, AUDIENT EVO 8, LPX & LP11 ultima versione, Melodyne 5; plugin FX/VI; Master NI S61;

  5. #25
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    Citazione Originariamente Inviato da playmusic Visualizza Messaggio
    non ho seguito con attenzione tutti le risposte, ma provo a dire la mia:

    erano i tempi che si producevano i primi pianoforti digitali ('80) e seguendo da neofita il mercato, e studiando pianoforte in Conservatorio, mi facevano ridere le sonorità di quegli strumenti emulativi tentando di suonare i vari Bach, Beethoven, ... Non c'era espressività in quello che facevo, anche cercando di calibrare al massimo il tocco sulla tastiera.
    Poi lessi un articolo del M° Morricone a riguardo, che cambio la mia lettura del suono per il futuro, che diceva +/- così:
    << i "Pianoforti digitali" non bisogna considerarli l'emulazione di quelli acustici. Per quanto le ditte si sforzeranno di emularli, questi strumenti rappresentano una nuova era di sonorità a se stante. Se rispettati in queste loro caratteristiche, rappresentano una nuova generazione di strumenti che daranno nuove soddisfazioni a musicisti e compositori.>>
    Negli anni successivi, quando si è tentato con la sintesi di emulare gli altri strumenti, nella rincorsa del più fedele per diversi anni si è perso di vista il fatto che il sintetizzatore raprresentava uno strumento nuovo, non il tentativo di annientare il musicista esecutore.

    Oggi, con i VI, succede la stessa cosa con la massima evoluzione del campionamento e dei modelli fisici che, nelle mani di un bravo programmatore, consente di sopperire alla figura del musicista medio: il bravo Musicista (con la M) resta tale e non è emulabile e lo strumento che suona avrà quella personalità che anche il miglior compositore/programmatore del mondo se la sogna.

    Allo stesso modo, il VI a campionamento piuttosto che il VI a modelli fisici, ovvero quello a sintesi additiva/sottrattiva assume un valore sonoro differente a secondo di chi ci mette sopra le mani, se ben programmato.

    A voi le conclusioni!
    Sul fato che un esecuzione sia irripetibile, che ad eseguirla sia uno bravo o uno meno bravo, questo
    è palese, non è il musicista/suonatore il problema del thread, ma quanto un"emulazione"suonata
    da un qualsiasi esecutore, sia credibile, e questo in relazione al quantitativo di "dati" che ogni
    "emulazione" ha a corredo.

  6. #26
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    Citazione Originariamente Inviato da zibumbo Visualizza Messaggio
    Sul fato che un esecuzione sia irripetibile, che ad eseguirla sia uno bravo o uno meno bravo, questo &#232; palese, non &#232; il musicista/suonatore il problema del thread, ma quanto un "emulazione" suonata da un qualsiasi esecutore, sia credibile, e questo in relazione al quantitativo di "dati" che ogni "emulazione" ha a corredo.
    Scusa Zib, ma credo che tu non abbia compreso ci&#242; che intendevo dire: la questione io la sposto sull'esecuzione e la contestualizzazione non sulla quantit&#224; di dati che proprio in virt&#249; del primo elemento diventa irrilevante.
    il VI di turno che abbia 30 MB (Pianoteq) o 150 GB (Piano di East West) avr&#224; sempre problemi se il manico non s&#224; dosare per bene il tocco. E per manico non intendo solo l'esecutore, ma anche la Master Key che tra sensibilit&#224; di tastiera e Messaggi MIDI tenta di gestire i dati digitalizzati che devono essere trasformati in suono. Prova a suonare lo stesso VI di PF campionato con una tastiera da synth ed una con meccanica FATAR.
    Pertanto, in virt&#224; di tutte queste variabili, il VI non va inteso come emulazione del modello acustico, ma va gestito come strumento a se, finalizzato ad un contesto sonoro che non pu&#242; essere, ad esempio, quello della Musica Classica, ma piuttosto quella della sonorizzazione cinematografica dove il "richiamo del pianoforte" pu&#242; sottolineare una scena specifica.
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